|
|
|  Mentre il paese è in preda alla pandemia, alla crisi economica e a gravi incertezze per il futuro, l'istrioncello fiorentino gioca a poker, minacciando una crisi di governo se Conte non cancella tutta l’impostazione della governance del Recovery plan.
Il furbastro, che, da sempre, per eccesso di autostima, non si ritiene secondo a nessuno, mal sopporta di essere quasi escluso dalla formazione della task force voluta da Conte.
Renzi, vuole anche lui le mani in pasta nella gestione dei miliardi del Recovery plan, ben sapendo che nonostante il suo 2/3%, con i suoi voti il governo si mantiene ancora in piedi.
Peppiniello Conte, dal canto suo, ritenendosi, forse a ragione, l'artefice del successo ottenuto in Europa, non vorrebbe mollare e vorrebbe continuare per la sua strada.
Renzino, invece, vorrebbe rimettersi al centro della vicenda politica e dell’attenzione mediatica, certamente non andando alle elezioni dove potrebbe quasi scomparire dal panorama politico, ma vorrebbe sostituire Conte, a maggioranza invariata con un altro premier.
A meno che, sottobanco, non ci siano accordi con il "il legaiolo milanese" per sostituire Conte con Draghi.
Se quest'ultima è la prospettiva, molto meglio sarebbe un ridimensionamento di Conte che forse vorrebbero una parte dei 5 stelle e una parte del Pd.
|
| | |
