Le stronzate di Pulcinella

Camminando per la Campania

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view post Posted on 6/1/2021, 08:26
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Sono graditi i commenti e consigli dei Walkers che leggono :tnx:





Questo di Cammina Campania sarà un viaggio attraverso il quale scopriremo tutti gli itinerari belli da percorrere presenti nella regione Campania, vi avviso che ogni percorso ha il proprio fascino e le proprie caratteristiche, ma io con voi sintetizzeró in queste prossime descrizioni i paesaggi, i percorsi ed insieme le motivazioni e le sensazioni da provare e per i quali vale la pena camminare...
Camminare in natura fa bene al fisico e allo spirito per cui pronti, scarpe comode da trekking, zainetto in spalla e si parte....!!!!!


Il Sentiero delle Acque


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Ci troviamo nei monti Picentini ossia nel territorio comunale di Acerno (paese delle cento acque)
Il Sentiero delle Acque rappresenta la "valle delle ferriere" picentina, sia per le bellezze naturalistiche, sia per la valenza storica.
Infatti, il percorso che parte da Acerno e scende al mulino, per poi risalire in montagna ed attraversare zone d'acqua, cascate e ruscelli, si ricollega a valle, al Sentiero dell'archeologia industriale, dove un tempo vi erano le ferriere e le cartiere di Acerno. Un tuffo nella natura pura, in un sentiero ricco di biodiversità....

La Valle delle Ferriere è un percorso che dai Monti Lattari discende verso Amalfi attraversando boschi di felci e costeggiando ruscelli. Il nome deriva dalla presenza di ruderi di ferriere di origine medievale.

La Valle si trova in una posizione particolare, tra i monti di Scala, che la protegge dai venti freddi mentre è aperta alle correnti caldo-umide meridionali, quindi soggetta a piovosità abbondante nel corso di tre mesi.


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Il punto di partenza del percorso più noto è il borgo di Pontone, una piccola frazione di Scala, a 225 metri sul livello del mare. Per raggiungerlo si può prendere uno degli autobus della Sita che collegano Amalfi a Ravello e Scala.

Non tutti gli autobus deviano per Pontone: in questo caso potrete in ogni caso raggiungere Pontone a piedi partendo da Ravello o da Scala attraverso stradine facili e piacevoli.



Valle delle Ferriere –

Percorsi

Partenza da Pontone


Il sentiero 323a (qui la mappa PDF scaricabile del CAI) parte dalla Piazza San Giovanni di Pontone. Da lì si prende la stradina in leggera salita sul retro della fontana, che attraversa il villaggio in direzione ovest. Dopo circa 200 metri si prosegue lungo il medesimo sentiero in discesa, fino ad incrociare la strada carrabile. Si prosegue poi verso destra fino a raggiungere la strada sterrata che in circa 45′ di cammino conduce al Rudere della Ferriera (m 244), dove il percorso termina all’incrocio con il sentiero 325.

Partenza da Amalfi


Il sentiero 325 ( la mappa PDF scaricabile del CAI) è il cosiddetto “sentiero basso”, e parte dalla Piazza Flavio Gioia di Amalfi. Il percorso consente di far visita sia alla città che alla zona più significativa della Valle, sempre lungo il torrente Canneto, terminando con la famosissima Riserva Naturale Orientata (ingresso a 5 euro, previa autorizzazione del Corpo Forestale), al cui interno germoglia ancora una felce risalente all’epoca pre-glaciale (Woodwardia Radicans).

Qui potete prenotare una visita guidata completa con partenza da Amalfi.

Dal punto di partenza, dopo pochi metri si raggiunge la Porta della Marina, che dà accesso al centro della città. Poco distante, sulla sinistra, sorge l’Arsenale della Repubblica, dove si realizzavano le navi del Ducato di Amalfi, attualmente sede del Museo della Bussola e del Ducato di Amalfi.

Superata Porta della Marina, si entra in Piazza Duomo, dove sorge la Cattedrale di Sant’Andrea Apostolo, un complesso monumentale di rara bellezza, risalente al 987, dove sono custodite le spoglie dell’Apostolo Andrea. Adiacenti alla cattedrale trovate Il Chiostro del Paradiso, risalente al 1268, Il Campanile, risalente al 1180, la Basilica del Crocifisso, risalente al IX sec, e la Cripta contenente le spoglie del Santo, che risale al 1203.

Da Piazza Duomo si percorre verso nord il corso principale di Amalfi (Via Lorenzo d’Amalfi – Via Pietro Capuano) nonché il primo tratto della Valle dei Mulini (Via Marino del Giudice – Via delle Cartiere) fino a raggiungere il Museo della Carta, un’antica cartiera dove è possibile apprendere il processo di produzione della carta di Amalfi.

Dal Museo della Carta si procede verso destra (Via Orso Leone Comite) e, dopo pochi metri, si prende la scalinata sulla sinistra (Via Grade Lunghe) che conduce alla zona delle antiche cartiere. Lungo il percorso, si incontrano floridi limoneti ed, in sequenza, i ruderi della Cartiera De Luca, la Chiesa della Madonna del Rosario, la Cartiera Amatruda, i ruderi della centrale idroelettrica bassa, i ruderi della Cartiera Lucibello-Confalone, quelli della cartiera Marino, la centrale idroelettrica alta (ancora attiva) ed i Ruderi della Ferriera (m 244), dove si estraeva il ferro dalle pietre che venivano portate dall’Isola d’Elba.

Si prosegue lungo il sentiero che costeggia il Canneto e, dopo aver attraversato il torrente, si sale fino a quota m 288, dove si incontra l’Acquedotto che capta l’acqua del Canneto per alimentare la centrale idroelettrica.

Partenza da San Lazzaro, Agerola


In questo caso, il percorso di trekking verso la Valle delle Ferriere è comunque di lieve difficoltà ma con una durata superiore (circa 3 ore) e un dislivello di 500 mt in discesa e 250 in salita. Dal punto di partenza, situato a 630 metri slm, si segue la direzione del Castello Lauritano e il sentiero per Monte Murillo (849 m.) proseguendo per la Valle dei Mulini.

Molto interessante questa visita guidata che vi permette di passare, oltre ad Agerola, anche posti indimenticabili come Ravello.

Per parcheggiare l auto potete o all inizio del sentiero ad Amalfi o
a Pontone ci sono parcheggi. Prima dell’ingresso al borgo troverete le strisce bianche, dopo troverete solo strisce blu dove la sosta costa 1.50 euro l’ora, sia nei giorni feriali che in quelli festivi.




Continua....

Edited by marmari - 23/1/2021, 21:59
 
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view post Posted on 7/1/2021, 17:41
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IL SENTIERO DEGLI DEI




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Questo sentiero é stato percorso da me e il mio gruppo di camminate e vi assicuro che é stato uno dei più belli in assoluto Il Sentiero degli Dei è un percorso naturalistico lungo circa 9 kilometri ed é situato all’interno della costeria amalfitana
Vi garantisco che è ideale per fare escursioni e trekking il percorso parte da Agerola una bellissima località per terminare a Positano e chi non conosce Positano??
Farete una passeggiata immersi nella natura più incontaminata, che dura all’incirca 7 ore.
Io ne persi un po di più per fare le foto che sotto vi posto
Devo dirvi anche che il Sentiero degli Dei negli ultimi anni è divenuto famoso grazie alla sua sky-line tra le più suggestive e famose al mondo che attraversa la costiera amalfitana ricca di macchia mediterranea dove la vite la fa da prodrona e cresce lungo la dorsale dei monti Lattari che si tuffano nell’azzurro del mare della costiera da cui è possibile scorgere l’isola di Capri.

Perché si chiama Sentiero degli Dei



Il nome deriva da fatti storici e leggende secondo le quali le divinità greche passarono proprio di qui per salvare Ulisse dalle sirene che si trovavano sull’isola de Li Galli, anche lo scrittore Italo Calvino descriveva questo sentiero come “quella strada sospesa sul magico golfo delle “Sirene” solcato eancora oggi dalla memoria e dal mito”, la medesima frase è possibile leggerla anche su mattonelle di ceramica ubicate proprio all’inizio del Sentiero degli Dei.

La bellezza di questo sentiero risiede anche nell’assoluta mancanza della mano dell’uomo, tutto l’intero percorso è cosi come madre natura l’ha concepito e successivamente plasmato nel corso dei secoli, la mano dell’uomo è possibile apprezzarla solo per la presenza di barriere protettive (in alcuni punti) e la presenza di un’ottima segnaletica lungo il percorso.

Non tutti sanno che esitono due percorsi da poter scegliere, il Sentiero degli Dei in “alto” e “basso”, i cui nomi derivano dall’altezza in cui si sviluppa il sentiero, nel primo caso il sentiero alto inizia da Bomerano (Agerola) e termina a Santa Maria Del Castello ed è leggermente più impegnativo proprio per la presenza di molti tratti in salita, mentre il sentiero basso è quello che attraversa Nocelle, ed è meno impegnativo consiglibile per le persone che sono avanti con l’età o che non vogliono affaticarsi molto.


Percorso da Agerola che é quello fatto da me



Il Sentiero inizia da una frazione di Agerola (Bomerano) per terminare nella parte alta di Positano (Nocelle), il percorso naturalistico misura una lunghezza di circa 10 kilometri (andata e ritorno) per terminare l’escursione sono necessarie all’incirca 7 ore, un lasso di tempo che può variare in base alla velocità dell’andatura e dal numero di pause che si effettuano durante il percorso, ma eliminando tutte le variabili possiamo dire che l’intera passeggiata non durà più di 7 ore (tra andata e ritorno).

Lungo l’intero percorso è possibile trovare strutture protettive per i punti più impegnativi ed impervi, terrazze panoramiche da cui ammirare i Faraglioni dell’isola di Capri, Punta Penna, l’isola Li Galli e i Monti Lattari, comode panche in legno per potersi riposare per recuperare le energie rifocillandosi con acqua e qualche spuntino, lungo il percorso sono inoltre presenti diverse sorgenti di acqua fresca e potabile, una vera e propria manna quando si decide di visitare questo posto in estate quando il sole è cocente.


Sentiero degli Dei: Come rientrare



Come abbiamo specificato il sentiero ha una lunghezza totale di 10 kilometri andata e ritorno, ma la maggior parte dei turisti effettua solo l’andata, cioè parte da Bomerano (Agerola) ed arriva a Nocelle (Positano), ripercorrere il Sentiero a ritroso non avrebbe molto senso visto tutte le sue bellezze si sono già ammirate all’andata.

Quindi una volta giunti a destinazione come fare per tornare al punto di partenza?
Una volta arrivati alla fine del sentiero si può rientrare da Positano con bus pubblici o privati (la scelta optata da noi) in alternativa è possibile scegliere anche il traghetto, indipendentemente dal mezzo scelto si arriverà ad Amalfi, da qui sarà necessario prendere un bus navetta che vi condurrà nuovamente da dove siete partiti, cioè Bomerano (Agerola). Si tratta di un rientro abbastanza lungo (anche a causa del traffico che normalmente si incontra nei giorni festivi lungo la Costiera) e bisogna mettere in conto almeno 3 ore per completarlo

consigli utili



Se avete deciso di avventurarvi in questa bellissima escursione è necessario attrezzarsi ed organizzarsi, non è una passeggiata da poco e se non affrontata nella maniera giusta può rivelarsi tutt’altro che agevole.

A che ora partire?



Come abbiamo specificato per coprire l’intero percorso andata/ritorno sono necessarie circa 7 ore, per tanto è bene partire la mattina non troppo tardi, trovarsi sul posto verso le 9 di mattina vi consentirebbe di tornare per le ore 16 del pomeriggio, se raggiungete il posto in auto dovete imboccare la statale 163 Amalfitana fino a Vettica Minore poi strada secondaria a tornanti per Bomerano (11 km).

Un aspetto da non trascurare è il periodo in cui intendete recarsi sul sentiero, nel periodo estivo le giornata hanno più ore di luce, mentre se decidete di recarvi duranti i mesi meno caldi come ottobre, marzo, aprile le ore di luce a disposizione sono minori per tanto è da tenere in considerazione questo aspetto per evitare di ritornare dal sentiero con poca luce solare.

Cosa portare?



Il sentiero non è estremamente impegnativo ma al tempo stesso richiede comunque un minimo di forma fisica adatta a camminare per circa 10 kilomentri, l’abbigliamento consigliato, soprattutto se vi recate durante i mesi più caldi, è sicuramente una vestizione molto leggera con maglietta di cotone mezze maniche o canotta, pantalonici corti ma se siete allergici a piante o erbe varie consigliamo pinochietto al ginocchio o pantalone lungo.

Le scarpe che consigliamo di indossare ovviamente sono quelle adatte al trekking, sconsigliate scarpe alte, con suola rialzata, o zeppa, per ripararsi dal sole è consigliabile indossare un cappello di qualsiasi forma o misura.

Infine non può mancare uno zainetto al cui interno sarà necessario portare tutto ciò che vi servirà per l’escursione, cibo e acqua in primis e poi eventuali attrezzature come reflex, gopro e drone per immortalare i bellissimi scorci e paesaggi naturali che incontrerete.

La Grotta Biscotto, i villaggi rupestri e “il Pistillo”

Durante tutto il Sentiero degli Dei ci sono dei luoghi degni di attenzione tra cui possiamo sicuramente annoverare la Grotta Biscotto, i Villaggi Rupestri e il “Pistillo“.

Partendo da Bomerano (l’inizio del Sentiero) il primo luogo che incontriamo una cavità posta a 528 mslm chiamata Grotta del Biscotto, qui sono presenti diversi dirupi e precipizi che in alcuni punti possono raggiungere anche i 200 metri d’altezza, qui il panorama è mozzafiato proprio per via della particolarità del tratto roccioso.

Subito dopo la “Grotta del Biscotto” è possibile ammirare degli antichi insediamenti che vengono definiti dei veri e propri “Villaggi Rupestri“, questi villaggi hanno la peculiarità di essere stati realizzati direttamente nella roccia della presente lungo il Sentiero, anche alcuni di questi villaggi rupestri sono i picco sulla roccia, sembra quasi che siano sospesi lì lì per cadere nel vuoto, secondo le guide questi insediamente risalgono al periodo delle incursioni saracene.

Infine un altro punto del sentiero molto conosciuto è il cosiddetto “Pistillo” un sperone di roccia alla cui base si innalza un irta guglia calcarea rinominata appunto “pistillo”, un punto dove i visitatori possono immortalare nelle foto e nei loro video.


Di seguito ho raccolto alcune delle migliori foto del Sentiero degli Dei, già guardando le immagini ci si rende conto dell’estrema bellezza di questo luogo, dal vivo vi lascerà senza fiato


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view post Posted on 8/1/2021, 16:44
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La Valle delle Ferriere




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La valle delle ferriere per questo percorso naturalistico ci troviamo
ad Amalfi(Sa) e storicamente ci posizioniamo dopo il forte progresso economico che ebbe Acerno, sovrastato dai traffici marittimi della repubblica marinara. Nel cuore della Costiera, risalendo verso i monti, non ci si immagina di immergersi in uno scenario meraviglioso fatto da cascate, fiumi, oasi naturalistiche e soprattutto ruderi di un percorso industriale che diede lustro a questa città.

Per questo itinerario ci sono diversi tronconi che giungono in diverse località, ma noi abbiamo preferito salire a Pontone, fermandoci prima all'Azienda Agricola Forte Porta e attraversando il borgo scendendo verso la Torre dello Ziro per poi rientrare ad Amalfi.
Suggestiva ed emozionante la vista della città dall'alto quando dalla valle si sale verso Pontone.
Bisogna spendere per questa zona qualche particolare in più, dicendo subito che per le popolazioni delle aspre montagne costiere l'acqua ha storicamente rappresentato un prezioso alleato da sfruttare con ingegno: il rio Canneto, oltre ad irrigare le colture, forniva l'energia per le fabbriche preindustriali sviluppatesi nella Valle durante il Medioevo. La parte alta che ricade nel territorio di Scala, per la presenza di fabbriche di lavorazione del ferro, è detta Valle delle Ferriere. La parte più bassa a ridosso di Amalfi, per la presenza di antiche cartiere

Quindi come dicevo il punto di partenza del percorso più noto è il borgo di Pontone, una piccola frazione di Scala, a 225 metri sul livello del mare. Per raggiungerlo si può prendere uno degli autobus della Sita che collegano Amalfi a Ravello e Scala.

Non tutti gli autobus deviano per Pontone: in questo caso potrete in ogni caso raggiungere Pontone a piedi partendo da Ravello o da Scala attraverso stradine facili e piacevoli.

Partenza da Pontone





Il sentiero 323a (potrete scaricare la mappa in PDF con le indicazioni del Cai) parte dalla Piazza San Giovanni di Pontone. Da lì si prende la stradina in leggera salita sul retro della fontana, che attraversa il villaggio in direzione ovest. Dopo circa 200 metri si prosegue lungo il medesimo sentiero in discesa, fino ad incrociare la strada carrabile. Si prosegue poi verso destra fino a raggiungere la strada sterrata che in circa 45′ di cammino conduce al Rudere della Ferriera (m 244), dove il percorso termina all’incrocio con il sentiero 325.

Partenza da Amalfi



Il sentiero 325 (scaricare sempre la mappa PDF del CAI) è il cosiddetto “sentiero basso”, e parte dalla Piazza Flavio Gioia di Amalfi. Il percorso consente di far visita sia alla città che alla zona più significativa della Valle, sempre lungo il torrente Canneto, terminando con la famosissima Riserva Naturale Orientata (ingresso a 5 euro, previa autorizzazione del Corpo Forestale), al cui interno germoglia ancora una felce risalente all’epoca pre-glaciale (Woodwardia Radicans).
Dal punto di partenza, dopo pochi metri si raggiunge la Porta della Marina, che dà accesso al centro della città. Poco distante, sulla sinistra, sorge l’Arsenale della Repubblica, dove si realizzavano le navi del Ducato di Amalfi, attualmente sede del Museo della Bussola e del Ducato di Amalfi.

Superata Porta della Marina, si entra in Piazza Duomo, dove sorge la Cattedrale di Sant’Andrea Apostolo, un complesso monumentale di rara bellezza, risalente al 987, dove sono custodite le spoglie dell’Apostolo Andrea. Adiacenti alla cattedrale trovate Il Chiostro del Paradiso, risalente al 1268, Il Campanile, risalente al 1180, la Basilica del Crocifisso, risalente al IX sec, e la Cripta contenente le spoglie del Santo, che risale al 1203.

Da Piazza Duomo si percorre verso nord il corso principale di Amalfi (Via Lorenzo d’Amalfi – Via Pietro Capuano) nonché il primo tratto della Valle dei Mulini (Via Marino del Giudice – Via delle Cartiere) fino a raggiungere il Museo della Carta, un’antica cartiera dove è possibile apprendere il processo di produzione della carta di Amalfi.

Quando sarete arrivati al Museo della Carta si procede verso destra e, dopo pochi metri, si prende la scalinata sulla sinistra (Via Grade Lunghe) che conduce alla zona delle antiche cartiere. Lungo il percorso, si incontrano floridi limoneti ed, in sequenza, i ruderi della Cartiera De Luca, la Chiesa della Madonna del Rosario, la Cartiera Amatruda, i ruderi della centrale idroelettrica bassa, i ruderi della Cartiera Lucibello-Confalone, quelli della cartiera Marino, la centrale idroelettrica alta (ancora attiva) ed i Ruderi della Ferriera (m 244), dove si estraeva il ferro dalle pietre che venivano portate dall’Isola d’Elba.

Si prosegue lungo il sentiero che costeggia il Canneto e, dopo aver attraversato il torrente, si sale fino a quota m 288, dove si incontra l’Acquedotto che capta l’acqua del Canneto per alimentare la centrale idroelettrica.

Partenza da San Lazzaro, Agerola che rappresenta il punto nostro dal quale abbiamo intrapreso la valle delle ferriere



In questo caso, il percorso di trekking verso la Valle delle Ferriere è comunque di lieve difficoltà ma con una durata superiore (circa 3 ore) e un dislivello di 500 mt in discesa e 250 in salita. Dal punto di partenza, situato a 630 metri slm, si segue la direzione del Castello Lauritano e il sentiero per Monte Murillo (849 m.) proseguendo per la Valle dei Mulini.

Restando intorno alla zona di Amalfi quindi località in prossimità come Maiori e Minori c è un altro particolare sentiero molto bello
Il sentiero dei limoni




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Quando parliamod di questo sentiero, parliamo di una storia da raccontare e non solo di un itinerario. Un percorso relativamente facile che partendo da Maiori giunge a Minori, tuttavia un percorso che racchiude in se aspetti importantissimi della storia d'Amalfi, delle sue tradizioni gastronomiche e "industriali". Lungo il sentiero dei limoni, infatti, è ancor oggi possibile respirare quell'atmosfera antica, concretizzata dai contadini e dai produttori di limone che aprrendo le porte delle loro attività e dei propri giardini, ci fanno immergere nella realtà più verace di questo percorso.
Aziende Agricole come quella di Giovanni Ruocco e l'esperienza e la passione di Michele Ruocco, sempre presente sull'itinerario, rendono suggestiva e molto particolare la visita di questi 2 km e mezzo tra il Maiori, il borgo di Torre e la cittadina di Minori.
 
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Monte San Liberatore (ci troviamo ancora nella zona di Salerno)
Questo percorso merita di un po di notizie storiche per far comprendere al lettore della ricchezza anche storica su cui noi camminatori poggiamo i piedi😊




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Di sicuro a tanti di voi durante questo lungo tempo di quarantena, riaffioriranno ricordi legati a stagioni libere e serene,quelle fatte di belle passeggiate fuori porta o di piacevoli brevi soggiorni
Monte Liberatore é un percorso suggestivo in quanto, da qui si arriva a Vietri sul mare, altra perla dello scenario meraviglioso di queste zone che un camminatori non deve assolutamente perdersi. In realtà, quello che i salernitani definiscono “monte” altro non è che una collina alta 466 metri, posta in posizione dominante ad ovest di Salerno, collocata tra la città e l’inizio della Costiera Amalfitana.Il suo antico nome è Monte Buturnino Caratterizzata da una scarsa vegetazione, per lo più, di piante mediterranee sul lato Vietri, è invece ricoperta da fitti boschi sui versanti di Cava e di Salerno.Fare trekking su San Liberatore vuol dire, dunque, avere un diretto contatto con una natura caratterizzata da ricca vegetazione di piante e fiori mediterranei, respirare aria salubre e soprattutto godere di un panorama di estrema bellezza che abbraccia buona parte del territorio salernitano: dal lontano Cilento alla Piana di Paestum, a sud, la Costiera Amalfitana, ad ovest e la vicina città di Cava de’ Tirreni con le montagne di Sarno e quelle della Valle dell’Irno a nord.Dopo aver percorso un tratto della statale 18 che collega Vietri sul mare a Cava de’ Tirreni, a metà strada seguo le indicazioni per la frazione di Alessia, un piccolo borgo di case e vie d’epoca medioevale addossato sul versante nord di Monte San Liberatore. Parcheggiata l’auto, ci incamminiamo verso un valico poco più in alto, dal quale s’inizia il vero e proprio percorso che porta alla vetta: un sentiero caratterizzato da una risalita di media difficoltà che inizialmente attraversa un bosco di macchia mediterranea caratterizzata da corbezzoli, quercioli e ontani. Superato il tratto ombreggiante del bosco, il percorso inizia a inerpicarsi tra rocce e bassi cespugli di rosmarino mirto e altre piante aromatiche tipiche delle aree rocciose esposte a sud. Qui molti si soffermarno per un attimo ad ammirare il Golfo di Salerno per poi proseguire con una serie di tornanti gradonati. Alla fine di uno di essi, ad accogliere il passante vi è un’antica cappella detta della “Pietà”, al cui interno è collocata una piccola Lourdes risalente agli anni ’30 dello scorso secolo.Quasi alla fine delle rampe, superata una grande croce monumentale, raggiungiamo un Santuario dedicato a Cristo Re. Il cancello, purtroppo, è chiuso da diverso tempo, ma attraverso una rapida ricerca su internet, salta fuori che la chiesa che si vede attualmente visibile risulta essere solo la navata destra di quella più antica, mentre in quella di sinistra, dove adesso si trova una sala per l’accoglienza dei pellegrini, era ubicata l’antica sepoltura delle suore benedettine.Per alcuni studiosi, la chiesa fu edificata intorno al 1000 d.c. da monaci greci, secondo altri invece essa fu edificata verso l’VIII secolo al tempo del Principe longobardo Arechi II. Nel medioevo il monastero appartenne, dunque, alle suore benedettine e prosperò per molti secoli fino al suo lento declino a partire dal XVII secolo in poi. All’inizio dello scorso secolo il parroco della frazione di Alessia, Don Giorgio Salierno, volle recuperare l’eremo ormai abbandonato nell’incuria più totale. Il restauro durò per molti anni e si completò nel 1948. Altra interessantissima notizia è la collocazione del vallone di Alessia che affianca monte San Liberatore.


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Esso era il luogo ideale per assistere al “Ludis colomborum” che tradotto vuol dire il Gioco dei colombi: un’antica particolare caccia ai volatili di origine longobarda che prevedeva la cattura dei colombi migratori attraverso grandi reti tese ai valichi e poste tra gli alberi. Veniva praticato nel mese di Ottobre su tutte le colline che circondavano la Valle Metelliana. Proseguendo il percorso che dall’eremo porta fin sulla vetta, raggiungiamo una grande croce di ferro costruita nel 1955 dal Comm. Adinolfi di Salerno, la cui struttura risulta assai singolare poiché è a sezione trapezoidale per consentire una facile visione dai tre comuni limitrofi: Salerno, Cava de’ Tirreni e Vietri sul Mare.

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Il monte è stato, nel passato, rappresentato attraverso le numerose mappe cartografiche e raffigurazioni storiche di Salerno. Ricordiamo, in particolare, l’immagine della città risalente al 1783 che ritroviamo in un libro del viaggiatore e disegnatore Jean-Claude Richard de Saint-Non: una pittoresca acquaforte del Capoluogo dove si nota sulla sua parte occidentale ergersi dal mare la collina di San Liberatore con, quasi in cima ben evidente, il Santuario.Nel famoso “Atlante Marittimo delle Due Sicilie” del cartografo Giovanni Antonio Rizzi Zannoni, ritroviamo un foglio dedicato al Golfo di Salerno inciso nel 1786, in cui si nota la linea di costa con le principali emergenze orografiche costiere tra le quali San Liberatore ben indicato.Sulla cima, da cui si gode di una visione circolare di estrema bellezza, si scorgono alcuni ruderi, probabilmente degli antichi punti di avvistamento contro le incursioni dei pirati. San Liberatore è una importante meta per chi pratica escursionismo e risulta parte integrante di un percorso del C.A.I. rientrante nel sentiero detto “delle colline orientali” di Cava de’ Tirreni che collega Monte Caruso con Monte San Liberatore. Quando finirà questo triste periodo e quando, finalmente, avremo la possibilità di muoverci liberamente, consiglierei a tutti una passeggiata su San Liberatore. Anche se in parte difficoltosa, al termine della stessa si è appagati ampiamente dalla visione del mare, del cielo e della costa salernitana, dalla sua natura così bella e rigogliosa e tale visione non fa altro che distendere l’animo umano e arricchirlo di tante utili, emozioni sane e positive



Fonti raccolte e messe a disposizione dai vari prolochi cui faccio capo per ogni descrizione di sentiero o percorso trekking ....



Continua
 
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view post Posted on 13/1/2021, 05:54
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Cetara (costiera amalfitana) uno dei più splendidi percorsi da qui per ammirare poi il mare





Pietra chiatta - punta fuenti







Questo percorso parte dalla piazzola attigua al cimitero di Cetara e segue la stradina parallela alla strada statale. Si procede in direzione di Vietri sul Mare, lontano dal traffico e in una quiete assoluta, godendo un percorso non contaminato dal viavai turistico. Il primo tratto attrversa la zona detta Pietrachiatta, immersa tra le coltivazioni tipiche, organizzate sui caratteristici terrazzamenti. Limoneti, uliveti e vigne si alternano rapidamente; i pergolati, spesso, sovrastano anche la strada. qui viene sfruttato ogni metro di terreno e sotto gli alberi si scorgono le verdure e gli ortaggi tipici delle varie stagioni. La seconda metà del percorso attraversa la località Fuenti, frazione di Cetara, e procede in leggera discesa, fino ad andare a congiungersi con la strada statale.





Abbazia di Cava > Iaconti (percorso montano: percorrenza 6,5 h)






Per gli amanti delle passeggiate più impegnative (per durata e dislivello, ma non per difficoltà) questo percorso ricalca la via che anticamente collegava Cetara con la Badia della SS. Trinità di Cava de' Tirreni. Quando ancora non esistevano le strade attuali, questo tracciato costituiva l'unica via per lo scambio delle merci.

Si risale un crinale che porta al fianco del Monte Falerio (il più alto di Cetara), fino ad una vecchia cappella. Da qui il percorso perde la sua pendenza e attraverso la frescura dei boschi conduce alla Badia. La visita è consigliata sia per la bellezza del posto che per i tesori raccolti nel museo. Per introdurre una variante nel rientro a Cetara si può passare per Padovani e Iaconti, frazioni di Vietri sul Mare. Si incontrano ancora boschi fino a giungere ad una cappella più nuova della precedente, dalal quale si gode di un panorama magnifico. Ripassando per la cappella vecchia si torna lungo la via già percorsa all'andata.





Avvocata > Altopiano di Viesco (percorso montano: percorrenza 6 h)






Si segue la strada del percorso precedente fino alla vecchia cappella; da qui si procede verso destra, poco sotto il crinale del promontorio che termina col Capo d'Orso. Un'ora abbondante basta per giungere al Santuario dell'Avvocata, meta di pellegrinaggi cui partecipa gran parte delle popolazioni locali. La vista sul golfo, da Punta Licosa fino a Capri, ricompensa lo sforzo compiuto. Nella parete di roccia sottostante la chiesa si aprono due grotte: la prima, Grotta delle Apparizioni, contiene un'altare per le funzioni sacre; la seconda si caratterizza per la forma delle stalattiti che le conferiscono il nome di Grotta delle Soppressate.

La via del ritorno passa per il crinale sovrastante Capo d'Orso, prosegue attraversando il Vallone S. Nicola e supera il Piano di Viesco. Una lunga scalinata riporta all'abitato di Cetara.





Altopiano di Viesco > Erchie (percorso montano: percorrenza 5 h)





Una gradinata che inizia nella parte alta di Cetara in via Turillo, porta verso i monti e consente di ammirare il bel paesaggio che varia man mano che si sale. Si passa dal centro abitato alle zone coltivate, passando per antichi terrazzamenti e poi attraverso il bosco fino alla macchia mediterranea dell'altopiano.

Alcuni ruderi, testimoni delle attività produttive passate, completano il paesaggio. superato il Piano di Viesco, il sentiero conduce al Vallone S. Nicola; si supera un torrente e si scende lungo il vallone. L'ultimo tratto è caratterizzato dai ruderi di un antico convento intitolato a S. Nicola Carbonario e dai resti di una condotta che serviva a portare a valle le acque piovane. Si arriva alla strada statale in prossimità di Erchie e da qui passeggiando si ritorna a Cetara.





Le spiagge attorno a Cetara (percorso via mare: percorrenza 2 h)




Dal centro abitato di Cetara è possibile raggiungere a piedi le tre spiagge del paese, quella principale detta "La Marina", quella dietro al porto e la spiaggia del "Lannio".

Dal porto di Cetara è possibile noleggiare una barca e navigare verso Vietri sul Mare o Maiori dove ci sono numerose spiaggette, la maggior parte raggiungibili solo dal mare.

Andando verso Vietri, in territorio cetarese è possibile fermarsi in suggestive spiaggette tra le quali la "Campana", il "Nido" e arrivare fino alla punta di Fuenti, sede anticamente di un faro e di un piccolo molo, ancora visibile sotto il livello del mare.

Invece, andando verso Maiori, la costa fino ad Erchie è zeppa di spiagge tranquille ed incontaminate, tra cui possiamo consigliare la "Collata", subito dopo la spiaggia situata dietro al porto di Cetara, raggiungibile anche a nuoto, "la spiaggetta degli innamorati", che prende il nome dalle sue esigue dimensioni, ideale per coppiette solitarie, il "Ciglio", "Sovarano" e "Cauco".
 
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view post Posted on 14/1/2021, 21:48
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Il Sannio: trekking tra storia e natura





https://youtu.be/vqqDxULlaWc



Il Sannio uno degli itinerari ambiti da ogni escursionista di trekking
Ci troviamo nel territorio appenninico che tocca Abruzzo, Molise e Campania. In Campania, in particolare nella provincia di Benevento, il paesaggio comprende fiumi, parchi protetti, Oasi del WWF e una ricca proposta di sentieri naturalistici di livelli e difficoltà varie, tra canyon, laghi trasparenti, montagne dai nomi mitici.

Il Sannio infatti prende il nome dai Sanniti, un popolo che qui viveva 1000 anni prima di Cristo, e che ha lasciato molte testimonianze.
Ora ci addentreremo in alcuni dei luoghi più affascinanti di questa zona


https://youtu.be/hoo6xB7hYD0




https://youtu.be/8oziq4vz3tk





Le Forre del Titerno – Il Titerno è un fiume in provincia di Benevento, che nei comuni di Cusano Mutri e Cerreto Sannita ha scavato delle gole naturali antiche di migliaia di anni, che arrivano a fino a 30 metri e sono state modellate da acqua e vento. Le gole più celebri sono quelli di Conca Torta e di Caccaviola. Questo itinerario naturalistico si avventura tra piscine naturali, cascate e paesaggi incontaminati, che comprendono anche grotte naturali. Il sentiero da non perdere parte dal ponte di Annibale e porta alle Forre di Lavello, seguendo il tracciato di un’antica mulattiera realizzata dai Sanniti.



https://youtu.be/KamDQz-xrX0




Il Lago di Decorata – Questo lago di montagna, a oltre 780 metri sul livello del mare, si trova in provincia di Benevento, a 8 km da Colle Sannita, e offre una passeggiata tra boschi e fauna locale, ben attrezzata con aree picnic, cartelli informativi e zone sosta. Il lago si estende per oltre 80 ettari e nelle acque trasparenti pullulano pesci di vario tipo, ed è possibile organizzare battute di pesca sportiva.

Oltre ai sentieri escursionistici, nei dintorni del lago si trovano agriturismi per soggiornare e conoscere le specialità culinarie di queste zone.

https://youtu.be/_Oiuh6ASq54





Il Parco Regionale del Taburno – All’interno di questo Parco ci sono molti itinerari naturalistici, da quelli adatti per tutti a quelli più impegnativi, immersi tra pascoli e boschi. Tra questi, merita una segnalazione il sentiero che porta da Tocco Caudio a Campo Cepino: il percorso si snoda per quasi 4 km in salita, toccando castagneti e sorgenti naturali e raggiungendo una cava abbandonata.

https://youtu.be/3nEzEnhqvUI




Il Parco del Matese – Tra le molte escursioni disponibili nel Parco del Matese, uno dei sentieri più suggestivi è quello del Monte Calvario. Questo itinerario ha come base di partenza il comune di Cusano Mutri, e raggiunge in circa 60 minuti in salita la cima rocciosa del Monte Calvario, che si eleva per 566 metri sul livello del mare. La vetta ospita una piccola chiesa che si raggiunge dopo uno spettacolare sentiero panoramico.

La via francigena del Sud – Il beneventano è noto, oltre che per le sue tradizioni enogastronomiche, anche perché una parte del territorio è attraversato dalla via francigena, una strada che risale al 110 d.C. e che portava i pellegrini da Roma a Gerusalemme. Questo tratto si divide in varie tappe tra Campania e Puglia, e la prima tappa parte da Benevento per concludersi a Casalbore ed è dedicato agli esperti di trekking, perché è impegnativo e lungo circa 30 km. Il percorso permette di rivivere i pellegrinaggi e la storia dei popoli che di qui sono transitati nel corso dei millenni, e che hanno lasciato una serie di testimonianze come chiese ospedali, templi e strade


La prossima volta vedremo con immagini e più da vicino i sopra indicati luoghi perché meritano tutta la nostra attenzione ......
 
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view post Posted on 15/1/2021, 19:09
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Forre del Titerno


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Una sorta di canyon, delle gole scavate nel tempo, nel corso dei millenni, secoli e secoli che si sono succeduti, dal torrente Titerno, che scorre nel Sannio beneventano, creando cascate e piscine naturali nella pietra calcarea. Queste forre sono principalmente tre: le Forre di Lavello, le Gole di Caccaviola e le Gole di Conca Torta. Natura selvaggia, paradisiaca, incontaminata, uno scenario naturalistico che è invidiato da tante zone turistiche. Confine di questo incantevole spazio è certamente il rinomato Ponte di Annibale di Cerreto Sannita, di epoca romana, sito sul corso del Titerno, sul quale, secondo una leggenda, sarebbe passato il celebre condottiero cartaginese assieme ai suoi elefanti durante la discesa della penisola al tempo della seconda guerra punica, per nascondere un suo bottino di guerra sul vicino Monte Cigno. È da qui che si arriva alle Forre di Lavello, un sentiero guidato in uno dei luoghi più suggestivi del Parco Nazionale del Matese. Si percorre un’antica mulattiera di epoca sannitica, trovandoci su una passerella in legno che attraversa il Titerno, il Ponte di Pesco Appeso. Una volta percorso tutto, oltrepassato il torrente, si può esplorare la Grotta delle Fate, una caverna con lunghi corridoi scavata negli anni Sessanta al fine di sondare i luoghi per la realizzazione di una diga. Dopo si attraversa l’incantevole Ponte del Mulino, interamente in pietra e ad arco, che porta al Mulino di Zì Fiore, creato nella parete rocciosa e attivo fino agli anni Cinquanta. Si risale, attraverso il sentiero, tra i boschi, e si attraversa un altro piccolo ponte in legno che permette di giungere al Belvedere sulla Forra, dove è possibile ammirare le gole in tutto il loro splendore e immergersi nelle sue acque limpide e incontaminate. Fiore all’occhiello è la Grotta Chiusa o dei Briganti, situata sul monte Cigno nel territorio cusanese, interessata da una spedizione esplorativa del 1935 che la segnalò all’Istituto Speleologico Italiano di Postumia con il nome di Grotta Chiusa anche se localmente è conosciuta come Grotta dei Briganti. Si tratta di una grotta che si trova a 500 metri circa sul livello del mare e a 200 metri dalla vetta di monte Cigno. Il nome Grotta Chiusa deriva dal fatto che l’ingresso è stretto e sinuoso e obbliga il visitatore a stendersi completamente per entrarvi, strisciando lungo un tratto di circa tre metri. È ricca di stalattiti e stalagmiti, è composta da quattro ambienti: il locale più grande è la Cattedrale, un maestoso ambiente alto oltre venti metri, stretto e lungo.


La Gola di Caccaviola


Il Percorso Avventura alla Gola di Caccaviola è gestito e realizzato dall’Amministrazione comunale nella forra scavata nella roccia calcarea dall’erosione e dalla potenza modellatrice dell’acqua, tra i monti Civita di Cusano e Civita di Pietraroja, a circa sette chilometri dal centro cittadino di Cusano Mutri. Anche qui emozioni grandissime, in un crescendo di scenari naturali incantevoli, tra cascate d’acqua pura e limpida nel bel mezzo di una natura incontaminata, con piscine naturali dove i raggi del sole che filtrano tra le imponenti pareti rocciose e gli intricati rami di una vegetazione ancora selvaggia creano giochi di luce spettacolari. È certamente molto emozionante prendere parte al percorso avventura, che prevede la partecipazione di chiunque abbia superato i 12 anni, in buona salute e dotato di discreta forma fisica. Delle guide e sicuri equipaggiamenti, come l’imbracatura con fili di acciaio e il casco di protezione, non mancano mai. Emozionante, divertente ed entusiasmante è la parte realizzata con teleferiche di corde d’acciaio che si percorrono con delle carrucole, cui ci si assicura con le imbracature. È così che si passa al di sopra delle suggestive cascate, senza necessità di bagnarsi e riducendo la fatica del percorso: un’avventura unica in un luogo magico, incantato, unico.

Le Gole di Conca Torta

Queste sono situate nel Comune cusanese, poco distanti dal centro storico, formatesi grazie al torrente Reviola, uno degli affluenti del Titerno, insinuatosi nel varco tra il monte Calvario e la zona alta del paese. Anche questo è un sentiero attrezzato, un mini percorso avventura ed è curato dall’Associazione Matese Escursioni che, grazie a una serie di corrimano, carrucole e teleferiche, conduce il visitatore in un suggestivo gioco di salti d’acqua e pozze dalla bellezza mozzafiato. Anche qui è possibile assaporare lo strettissimo contatto con una natura ricca, viva e incontaminata, con passaggi volanti sul letto del fiume, a due passi dal bellissimo centro storico di Cusano Mutri, borgo senza tempo, perfetta scelta per un turismo di prossimità di elevato spessore.



Lago di Decorata

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Parco del Matese


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Il territorio del parco comprende prevalentemente il massiccio montuoso del Matese, massiccio in cui spiccano i monti Mutria, Gallinola e Miletto che, con i suoi 2050 metri, risulta essere il più imponente dei tre. Vi sono poi tre laghi: il lago Matese, il lago Letino e il lago di Gallo. Ovviamente poi non mancano i corsi d’acqua come il fiume Tammaro, il fiume Titerno e il fiume Lete. Quest’ultimi due sono a loro volta degli affluenti del Volturno e in particolare il Lete è famoso per le sue acque minerali. Il Lete, tutto sommato, è un fiume piccolino della lunghezza di appena 20 km che sorge a 1028 metri a Letino – il comune più alto della Campania – ma di vitale importanza per il territorio in quanto interessato dalla costruzione di una diga per lo sfruttamento dell’energia idroelettrica, diga che ha dato vita al lago di Letino.

Se si esclude Piedimonte Matese – che è un paese abbastanza grosso – attraversare il parco del Matese significa scoprire paesini abitati da poche centinaia di persone che seguono i ritmi della giornata lasciando le porte di casa aperte e preparando le bottiglie di pomodoro. Si tratta perlopiù di paesini arroccati che offrono scorci di un tempo passato e panorami che cambiano a seconda delle stagioni. Vi sono poi valli di rara bellezza, come quella del lago Matese, che offre possibilità di godere di paesaggi mozzafiato con le cime più alte del comprensorio.

Edited by Cirowalkers1 - 17/1/2021, 18:58
 
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view post Posted on 23/1/2021, 04:32
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Ricordo ad ogni lettore che è gradito un proprio commento anche atto a migliorare qualche aspetto di ogni singolo sentiero paesaggio e camminata ivi descritto.. Grazie in anticipo a coloro che contribuiranno con un proprio intervento ... La montagna ve ne sarà grata 😉non siate timidi 💪

 
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view post Posted on 23/1/2021, 11:49

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E' un ottimo lavoro, fatto bene e di facile comprensione. Conosco molti dei luoghi descritti, nella mia vita "errabonda", posso quindi dare un parere personale e non per sentito dire. Continua così, brava!
 
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view post Posted on 23/1/2021, 18:20
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.Il parco del Matese..... Monte Miletto la Gallinola lago del Matese





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Il territorio del parco comprende prevalentemente il massiccio montuoso del Matese. Le montagne più alte, di natura calcarea, sono il monte Miletto (2050 m s.l.m.), il monte Gallinola (1923 m s.l.m.) e il monte Mutria (1823 m s.l.m.). Il parco prende il nome dal lago del Matese, mentre altro importante lago è quello di Gallo con il parco è attraversato da due fiumi: il Titerno e il Tammaro
Due parole circa la Flora e la fauna sul Matese é d obbligo spenderle in quanto ne vale la pena veramente, costituisce un oasi dove alberi di lecci, carpini, corbezzoli a mano a mano che si sale, si incontrano con cerri e castagni e i maestosi e imponenti faggi. Qua e là si trovano aceri, cornioli, frassini abeti bianchi e soprattutto l'onnipresente sambuco lebbio fin alle maestose ed imponenti faggete
Gli animali avvistati come il lupo specialmente nei borghi di Letino e Gallo Matese. I boschi di latifoglie danno protezione a gatti selvatici, volpi, al tasso, allo scoiattolo nero, al ghiro, alla donnola, alla faina. Comuni la lepre, il cinghiale e il capriolo, reintrodotto nel 2008
Tra gli uccelli si possono menzionare il picchio rosso maggiore, la tordella, la ghiandaia, il codirossone e poi poiane falchi e aquile signori cari fanno da completamento a questo spettacolo della natura
L'estrema punta si trova in provincia di Isernia, nel comune di Roccamandolfi.
È possibile raggiungere la vetta tramite una seggiovia che ha come base Campitello
Dalla cima si possono ammirare la valle del medio Volturno, i monti Trebulani e parte della città metropolitana di Napoli oltre che i monti della Maiella, il Taburno Camposauro, i monti dell'Irpinia e la zona preappenninica molisana.

Colamonico così narrava le sue emozioni:

«

“Dominare con lo sguardo tutto il Matese costituisce uno dei godimenti più grandi dello spirito e riassume le emozioni di una delle ore più intensamente vissute di tutta la vita.”»







Per arrivare sul monte Miletto partiamo dalla
Chiesetta di S. Michele (q. 1015 m)
Tempo di salita: 3,00 h - Totale: 5,30 h
Periodo consigliato: tutto l´anno
Difficoltà non estrema e come punto di appoggio scelgono quasi sempre Miralago verso più o meno (q. 1096 m)
Si tratta di un Sentiero a traccia segnata


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Dicevamo dalla chiesetta di San Michele (q. 1015 m), si segue la traccia (n° 13D così è indicato il sentiero) che si inerpica all´interno del Vallone San Massimo. Dopo un tratto iniziale di salita su fondo sassoso, si prosegue dapprima sul lato sinistro del vallone, con brevi passaggi in aree boscose, e successivamente sul lato destro. Superato il primo bivio per la vicina vetta del La Gallinola seguendo la traccia sinistra (q. 1272 m), si continua ad avanzare in direzione N fino a sbucare nell´alta Valle dell´Esule (q. 1430 m). Da qui in poi la vegetazione arborea inizia a scarseggiare, rendendo a volte difficoltosa l´individuazione dei segnavia (soprattutto bollini rossi) durante l´attraversamento dei tratti erbosi.
Il percorso prosegue ora a NW, risalendo il pendio SE del Colle del Monaco fino a raggiungere un piccolo pianoro carsico dotato di inghiottitoio (q. 1562 m). Da qui si procede ancora a NW, lungo una traccia scarsamente visibile su terreno ghiaioso. Oltrepassata una piccola baracca di lamiera metallica (q. 1700 m), e superato una coppia di tornantini, si raggiunge la selletta Forca di Cane (q. 1900 m), che separa il Miletto dal Colle Tamburo. Il sentiero piega ora bruscamente a NE, con andamento serpeggiante, e risale la cresta SW fino al pianoro glaciale posto alla base della vetta (q. 2001 m). Infine, si percorrono gli ultimi metri di dislivello seguendo i bollini segnavia (direzione E) fino alla grande croce metallica del Miletto.


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Spostiamo ora la nostra attenzione al bellissimo e stupendo Lago del Matese




Il Lago del Matese è raggiungibile in automobile dal versante molisano (da Campitello Matese o Guardiaregia) oppure da quello campano (da Piedimonte Matese o da Benevento via Bocca della Selva).
Dal passo di Miralago (q. 1096 m) si procede a W costeggiando la sponda meridionale del lago, fino a raggiungere la Palazzina del Matese (q. 1019 m). Da qui si guadagna la sponda opposta del lago passando sulla diga e seguendo il sentiero n° 13D, fino alla chiesetta di San Michele (q. 1015 m), alle spalle della quale inizia la salita all´interno del Vallone San Massimo.


Discesa:

Come per la salita, oppure mediante il seguente percorso alternativo (durata: circa 1,30 h): dalla vetta si scende lungo la serpentina già impiegata per l´ultimo tratto della salita, proseguendo poi a SW lungo la traccia che conduce fino ad un pendio erboso (q. 1700 m circa). Seguendo i radi bollini segnavia, la discesa prosegue per la Serra Campo dell´Acero (q. 1580 m) ed all´interno del bosco sottostante, su un fondo cedevole composto di fogliame secco e terriccio soffice, terminando in località Sbrecavitelli (q. 1100 m circa, vi si trova un piccolo parcheggio per automobili lungo la strada che conduce a Letino).


Note:

La salita può essere effettuata anche seguendo, in direzione inversa, l´itinerario di discesa alternativo proposto (durata: circa 2,30 h - dislivello: circa 950 m), oppure dal versante S (cfr. relazione n° 1875); tuttavia, entrambi i percorsi risultano meno appaganti, sia dal punto di vista escursionistico sia da quello paesaggistico, rispetto all´itinerario proposto.

Durante la stagione invernale, in caso di innevamento consistente, è frequente la presenza di tratti ghiacciati, specialmente negli ultimi 200 m di salita; in queste circostanze, è richiesta necessariamente la dotazione di ramponi e piccozza, e la difficoltà aumenta





Continua......
 
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view post Posted on 25/1/2021, 22:58
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La Gallinola percorso fra una natura incontaminata a soli 1900 metri la vetta alta della Campania






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Tra le vette del Massiccio del Matese, bisogna elencare quella de La Gallinola (1.923 metri), la montagna più alta della Campania.
L’ambiente è prevalentemente carsico, con la presenza di un manto erboso persistente e l’assenza di piante a largo fusto, rispecchia appieno la vetta di un massiccio carbonatico.
Situata a cavallo tra Campania e Molise, dalla cima si gode di un bellissimo panorama che, nelle giornate particolarmente limpide, permette la visuale dei due mari: il Tirreno e l’Adriatico.

Il sentiero d’accesso alla cima



L’accesso alla vetta de La Gallinola è praticabile da più strade, ma sicuramente la più facile e comoda è quella che parte da Piano della Corte.
Un sentiero tracciato dal CAI lungo all’incirca 2 chilometri, attraversa piccoli crinali e più vallate prima di arrivare in cima.
Il sentiero ha una durata di circa 90 minuti ed è di tipo turistico.
In questi splendidi posti specie nelle giornate soleggiate e con poco vento è possibile ammirare i rapaci volteggiare nell’aria a caccia di prede… e se si è fortunati, anche sua maestà l’aquila reale.
Verso la fine dell’estate si può incontrare tra l’erba comune la lavanda selvatica, che con il suo odore intenso arricchisce il territorio circostante, portando la nostra mente indietro di qualche decennio quando le nostre nonne applicavano questo profumo a tutta la biancheria.


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ECCOCI GIUNTI PASSANDO DA BOCCA DI SELVA AL PERCORSO FINO AL MONTE MUTRI SEMPRE NEL MATESE ... GRADITO ED AMBITO DALL AMICO CIROWALKERS

Monte Mutria

dal Rifugio La Casella (Sella del Perrone)

Introduzione:

IL Monte Mutria, quota 1823 m, è la quarta vetta del Massiccio del Matese. Si trova al confine con due Regioni (Campania e Molise) e tre province (Benevento, Campobasso e Caserta).

Dalla cima si vedono, se la giornata è limpida, il Mar Tirreno ed il Mar Adriatico; purtroppo l’escursione, qui descritta, è stata fatta con vento fortissimo, nebbia e nuvole.

Tempi:

tempo di salita: 2,30 ore - ascesa 670 m - Km 6,5 - traccia GPX

tempo di ritorno stessa via: 2 ore - ascesa 150 m - Km 6,5

tempo complessivo 4,30 ore - ascesa 820 m - Km 13

Nota:

fare riferimento alla cartina: MATESE - VERSANTE SETTENTRIONALE - Settore orientale -

SE VOLETE FARE QUESTO PERCORSO IN AUTO :

Da Campitello Matese (frazione del comune di San Massimo-Campobasso) si segue la Strada Comunale Costa Alta e poi Strada Provinciale 319 Sud Matese (mantenute in ottime condizioni) fino a giungere al quadrivio della Sella del Perrone dove si parcheggia.

La Sella del Perrone è raggiungibile anche da Piedimonte Matese (Caserta) tramite la Strada Provinciale 331, da Campobasso tramite la Strada Provinciale 164 e dalla provincia di Benevento tramite la Strada Provinciale 74 e la Strada Provinciale 205 Bocca della Selva- Sella del Perrone

Descrizione:

IL sentiero parte dal Rifugio La Casella, quota 1260 m oppure, dal quadrivio, si segue, per un centinaio di metri, la Strada Provinciale 205 Sella del Perrone-Bocca della Selva fino a notare a sinistra gli evidenti segni del CAI bianco-rosso che invitano ad entrare nel bosco.

La via è segnata molto bene e la traccia rimane sempre evidente, si sale in direzione Sud in una grande faggeta fino a quota 1520 m dove inizia la Serra di Macchia Strinata (fin qui 0,40 ore - ascesa 260 m - Km 2).

Si cambia direzione, Sud-Est, si esce dal bosco e si continua in cresta con leggeri saliscendi; più avanti si rimane sulla dorsale passando in un corridoio erboso protetto dai faggi, sia a destra che a sinistra. Superata la Serra di Macchia Strinata (massima quota 1629 m) si scende nel bosco e a quota 1596 m si lascia a sinistra (Nord) il Canalone Cusano.

Sempre nella macchia, in salita, fino all’incrocio con il sentiero proveniente da Bocca della Selva, quota 1650 m. Si prosegue al margine del bosco che ora si trova solo a sinistra, si rientra nella faggeta uscendone definitivamente a quota 1750 m.

Attraversati alcuni piani erbosi si nota a destra una piccola capanna di legno con una croce, si va a curiosare e si arriva presso un’edicola sacra con la statua di Sant’Antonio (quota 1801 m) che benedice le province di Caserta e Benevento.

Dall’edicola sacra si percorre una piccola dorsale in senso orario iniziando verso Nord, poi Est e Sud-Est fino a raggiungere l’omino di pietre del Monte Mutria, 1823 m (tempo dalla base di partenza 2,30 ore - ascesa 670 m - Km 6,5).




001 - Sella del Perrone quota 1260 m, sul confine tra Caserta e Campobasso

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007 - il bosco di Bocca della Selva



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Edited by aurora663 - 26/1/2021, 03:33
 
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view post Posted on 26/1/2021, 03:02
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Trekking nel Cilento






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TREKKING NEL CILENTO, I SENTIERI DEL TERRITORIO CILENTANO



Cilento

TREKKING NEL CILENTO, I SENTIERI DEL TERRITORIO CILENTANO

ATTIVITÀ, NATURA, TREKKING

Sono migliaia i sentieri trekking nel Cilento e ognuno presenta caratteristiche peculiari che lo rendono unico. In questo articolo cercheremo di elencarne alcuni, un elenco non esaustivo e in continua evoluzione.

I SENTIERI DEL CILENTO



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Il Cilento ha la fortuna di essere un territorio eterogeneo, con una costa stupenda, a tratti sabbiosa idonea per chi ama la spiaggia e i bagni, a tratti rocciosa con viste spettacolari. Sono numerosi i sentieri trekking in Cilento che si inerpicano lungo la costa cilentana, partendo dal sentiero di Trentova ad Agropoli, e quello di San Marco che porta a Punta Licosa, per passare al suggestivo sentiero degli Innamorati di Ascea Marina. Proseguendo per il sentiero della Masseta e Costa degli Infreschi fino al sentiero di Sapri baciami l’asino. Tutti sentieri che regalano viste spettacolari lungo la costa del Cilento ed escursioni molto suggestive.

IL CILENTO INTERNO



Oltre la costa c’è di più. Il Cilento interno, come la costa, regala sensazioni uniche. Per chi ama le lunghe escursioni trekking non c’è niente di meglio che inoltrarsi lungo i monti cilentani. Scoprire i sentieri che raggiungono le vette dei monti più importante, come il sentiero del Monte Stella o quelli del Monte Sacro Gelbison che prendono il via dai vari comuni limitrofi come Novi Velia, Ceraso, Cannalonga, Cuccaro Vetere, Montano Antilia, Alfano, Laurito e Rofrano. Senza dimenticare il Monte Bulgheria e i sentieri sul Monte Cervati.

Qui di seguito un elenco di alcuni sentieri divisi per territorio. Un elenco che non vuole essere esaustivo e in costante aggiornamento. Se avete sentieri da segnalare fatelo all’indirizzo [email protected].

I SENTIERI DI PISCIOTTA



Pisciotta è ricco di sentieri e mulattiere che si sviluppano tra i secolari ulivi pisciottani e la macchia mediterranea. I percorsi più importanti possono essere ricondotti in due sentieri.

IL SENTIERO DEL CASTELLUCCIO DI PISCIOTTA

Il sentiero del Castelluccio nel comune di Pisciotta rappresenta uno dei sentieri più affascinanti del territorio cilentano. Il sentiero può essere percorso partendo da Pisciotta o dalle frazioni Rodio e Caprioli.

Qui trovi maggiori informazioni > Il sentiero del Castelluccio a Pisciotta.

IL SENTIERO DEI CAVALIERI DI MALTA

Il sentiero dei Cavalieri di Malta congiunge Rodio con San Mauro La Bruca lungo un vecchio tracciato. Il sentiero può essere imboccato da Rodio, in località Gelso, nei pressi della fontana, oppure da San Mauro Cilento.

Per maggiori informazioni > Il sentiero dei Cavalieri di Malta.

I SENTIERI DI ASCEA



Ad Ascea sono presenti numerosi sentieri, sia tra i colli delle frazioni interne che lungo la costa. Noi abbiamo parlato di quattro sentieri.

IL SENTIERO DEGLI INNAMORATI DI ASCEA

Il sentiero degli Innamorati di Ascea è uno dei più percorsi del territorio cilentano. Si imbocca dalla Scogliera di Ascea Marina e si inerpica su Punta del Telegrafo.
Per maggiori informazioni > Il sentiero degli Innamorati di Ascea.

IL SENTIERO AURELLA

Il sentiero Aurella collega Ascea Marina con Ascea Paese. Il sentiero è lungo circa un chilometro e mezzo con una vista spettacolare sul Golfo di Velia.

Qui trovi maggiori informazioni > Il sentiero Aurella.

IL SENTIERO DEL CARMINE

Il sentiero del Carmelo congiunge Ascea Paese con Catona, passando per il Santuario della Madonna del Carmine. Il sentiero può essere imboccato sia da Ascea Paese che da Catona ed è lungo oltre 6 chilometri.



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Chiunque dei lettori Walkers volesse intervenire con un proprio commento é ben voluto in questo spazio... Anzi fatevi avanti camminate con noi




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Trekking Gole del Calore

L’esperienza del trekking consiste in una visita guidata lungo un’ampia scelta di percorsi che si differenziano per lunghezza e grado di difficoltà . I sentieri proposti interessano l’Alta Valle del Fiume Calore salernitano e vengono concordati insieme a seconda delle esigenze del gruppo.

Le Gole del Calore rientrano fra gli itinerari di trekking più interessanti del Cilento. Sono tanti i sentieri da poter camminare, adatti a tutte le esigenze: dalla semplice passeggiata lungo il fiume, al percorso per trekker esperto.



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Pretatetta

Il sentiero che costeggia la destra idraulica del fiume porta al ponte di Pretatetta: un arco naturale che si è formato in seguito alla frana di enormi massi caduti dal monte che sovrasta le gole e incastratosi fra le due sponde del fiume. Il masso centrale del ponte di pietra ha la forma di una pera, di una tetta, da qui probabilmente l’assonanza con il nome. A Pretatetta il letto del fiume si stringe al punto che allargando le braccia è possibile toccare le due sponde, affacciandosi dal ponte o scendendo le scale che portano all’acqua, è possibile scorgere una cascata bianca, i vortici, i mulinelli e il rumore sordo dell’incessante turbinio della corrente.

Grotta di Bennardo

La grotta di Bennardo è raggiungibile dal sentiero che parte dalla sinistra orografica del fiume. Lungo il percorso, uscendo dalla macchia, nella zona più esposta, si apre uno scorcio panoramico molto suggestivo delle gole viste dall’alto. Si giunge quindi alla grotta di Bennardo, una piccola costruzione in pietra che risale agli inizi dell’ottocento e che fu pensata come rifugio dai briganti per sfuggire alla legge. Abitata successivamente, agli inizi del novecento, da un eremita di nome Bennardo, viene chiamata appunto grotta di Bennardo in memoria del suo ultimo abitante. La grotta conserva ancora i resti del forno, di una piccola cavità nella roccia usata per conservare i cibi sotto sale, due piccole stanze e l’arco del portale di ingresso.

Ponte medievale di Felitto

Il ponte medievale di Felitto è possibile visitarlo dal sentiero che scende dal centro storico, oppure partendo dalla diga dismessa in località Remolino e seguendo la traccia del canale che portava l’acqua alla centrale idroelettrica. In alternativa per chi vuole camminare poco, è possibile arrivarci parcheggiando la macchina a pochi metri da una piccola stradina che dalla strada principale (SR488) arriva fino sopra al ponte. L’alta Valle del Calore vanta un numero cospicuo di ponti medievali, importanti vie di comunicazione e di commercio risalenti molto probabilmente agli inizi del XI secolo.
 
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view post Posted on 26/1/2021, 06:57
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Pulcinella291 Forum

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Un lavoro meraviglioso che merita il successo che sta riscontrando.
 
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view post Posted on 26/1/2021, 17:42
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In una rubrica qui sul forum ho inserito un isola bella l isola di Isca cui si è ispirato il nostro poeta maestro Eduardo per chi volesse conoscere l itinerario eccolo qui indicato




Ammirare l isola di Isca (costiera sorrentina)




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Siamo nella zona di Massa Lubrense zona costiera sorrentina
La strada x l. Isola Per ammirare lo scoglio Isca nel modo più suggestivo si può percorrere la parte finale del Sentiero CAI 344 che da Sorrento porta al fiordo di Crapolla. Partendo da Torca, frazione di Massa Lubrense, si imbocca un sentiero che porta a una selvaggia discesa di quasi 700 gradini in pietra. Lungo la discesa sono diversi i punti in cui affacciarsi sul vicino scoglio Isca. Dopo aver passato l’Abbazia di San Pietro a Crapolla e terminati i gradini si raggiunge un’accogliente spiaggetta, isolata e incastonata nel fiordo. Qui con un po’ di bracciate si può raggiungere e contemplare, questa volta dal basso, lo scenografico isolotto.
 
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view post Posted on 3/2/2021, 15:32
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Trekking dei monti Lattari

Quando parliamo di Alta Via dei Monti Lattari, in particolare, ci riferiamo a sentieri e paesaggi incantevoli tra cui la baia di Nerano, Punta Campanella, Monte Faito, la Costiera Amalfitana, la Penisola Sorrentina.

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Il sentiero lungo Punta Campanella e la Baia di Ieranto









Fare trekking nel verde incontaminato di una natura rigogliosa è un’esperienza incredibile, e se il panorama che vi circonda è di quelli da mozzare il fiato, non potrete far altro che portare chiuso nel vostro cuore il ricordo di un’avventura incredibile. Questo e molto altro è ciò che promette il sentiero che conduce da Punta Campanella al cuore della Baia di Ieranto.

Siamo nella propaggine occidentale della Penisola Sorrentina, il lembo di terra che divide il Golfo di Napoli e la Costiera Sorrentina dal Golfo di Salerno e la sua meravigliosa Costiera Amalfitana. È questa una delle regioni più affascinanti e suggestive del nostro Belpaese, meta turistica rinomata a livello internazionale per le sue bellezze naturali, a partire dalle splendide spiagge lambite da acque cristalline. In questo panorama da sogno, spicca la Baia di Ieranto: si tratta di una piccola insenatura che nasconde un vero e proprio angolo di paradiso.

La baia si trova all’interno dell’Area naturale marina protetta Punta Campanella, che prende il nome dal promontorio roccioso situato all’estremità del Golfo di Salerno, esattamente di fronte all’isola di Capri. Ed è qui che si snoda uno degli itinerari più suggestivi che abbiate mai visto, ricco di sorprese che vi lasceranno a bocca aperta. Partendo da Termini, piccola frazione di Massa Lubrense, il sentiero corre lungo la costa sino ad arrivare alla torre di Minerva, offrendo una vista mozzafiato sulle limpide acque del Golfo di Napoli e, nelle giornate più limpide, persino sull’isola di Ischia e di Procida.




Sul promontorio di Punta Campanella si può invece allungare lo sguardo sino all’isola di Capri, uno dei gioielli del mar Tirreno. Da qui, è possibile scendere lungo scoscesi scalini sino alla grotta di Minerva: piccolo anfratto naturale, la caverna si apre davanti alle roboanti onde che qui si infrangono. Una volta risaliti sul promontorio, si può proseguire l’escursione lungo la costa, dalla quale si ammira un incredibile panorama ricco di falesie, rocce e piccole insenature lambite dall’acqua.

È a questo punto che il paesaggio si apre sino alla Baia di Ieranto, circondata da alte pareti calcaree. Strada facendo, potrete godere della vista della splendida macchia mediterranea che verdeggia tra le rocce, la quale crea un incredibile contrasto con il turchese del mare che si scorge qua e là, da qualche splendido scorcio. Prima di tornare sui vostri passi, scendete sino alla caletta di Ieranto, dove potrete fare un tuffo rinfrescante ammirando l’incredibile panorama dei Faraglioni di Capri che si stagliano davanti ai vostri occhi.





Edited by aurora663 - 3/2/2021, 16:00
 
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