Le stronzate di Pulcinella

Sembrava il Felliniano Prova d'orchestra

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view post Posted on 8/2/2021, 19:32
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In altro thread parliamo dell'effetto che ha fatto (ed ottenuto) la nomina di Dragho a direttore d'orchestra parlamentare, qui riassumo, condensandolo, il film che mi sembra quanto accadeva nell'ultimo mese del governo Conte.


Il regista (la voce è dello stesso Fellini, ovvero l'ex premier Conte) inizia a interrogare tutti gli elementi dell'orchestra a uno a uno. I musicisti scherzano, ridono, si fanno beffe a vicenda, ascoltano la partita di calcio in radio nell'attesa di iniziare a suonare. Raccontano dell'assoluta necessità dei propri strumenti all'interno dell'orchestra, come a convincersi che ciascuno di loro sia lì per fare la differenza. Qualcuno, invece, si rifiuta di rispondere alle domande della troupe televisiva, forse troppo invadente, forse poco generosa nel retribuire gli sforzi altrui. Infatti, una piccola sommossa sembra fare capolino quando si scopre che l'intervista è totalmente gratuita, e la presenza dei sindacati in sala non fa che accrescere il nervosismo fra gli astanti. I racconti continuano a susseguirsi uno alla volta, i personaggi felliniani sono come al solito delineati alla perfezione.

L'anziano clarinettista racconta delle sue performance davanti ad Arturo Toscanini, mentre gli altri lo canzonano colpendo la sua vanità. I trombettisti dialogano tra loro, una violinista si nasconde mentre beve un goccetto di whisky rimproverata dai suoi compagni. Ma ecco che arriva il direttore d'orchestra: biondo, con un forte accento tedesco, inizia a bacchettare i musicisti invitandoli subito all'ordine. Le prime prove non vanno, le note stonate che provengono dalla sala fanno notare il poco affiatamento presente, mentre il terribile direttore comincia a spazientirsi e a rimpiangere l'ordine del passato. non più recuperabile. La rivoluzione è ormai compiuta al ritmo di slogan populisti e sessantottini: “La musica al potere, no al potere della musica!”. Il direttore è ormai sconfitto, deriso, messo alla gogna dai suoi musicisti. I muri sono pieni di scritte, l'anarchia è totale. Qualcuno spara (in possesso di regolare porto d'armi), qualcun altro fa finta di niente e continua ad ascoltare la radio (come lo zio in Amarcord che continua a mangiare nonostante la confusione).

Federico Fellini riassume quello che a un occhio critico stava accadendo. Un Fellini che si lascia alle spalle il suo mondo per scendere fra gli umani e raccontarne le gesta. Basta leggere le cronache di quegli anni per capire: “Il Fellini sognatore, avverso a ogni forma di impegno, è uscito dal proprio "ego" per dare uno sguardo fuori, alla realtà che ci circonda, mettendoci sotto gli occhi una immagine inquietante dell'Italia odierna



Lo trovo molto aderente ed attinente a quanto avveniva fino ad nove giorni or sono.
 
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