Fra poco compio 50 anni e ogni anno durante il periodo natalizio previo il fatto che vivo lontano da Napoli mi duole che non avverto più nell'aria il suono e gli odori della atmosfera natalizia
Eppure io un rimedio l ho trovato
Ogni anno mi riguardo il mio dvd di "Natale in casa Cupiello"e torno bambina nella Napoli degli anni '50,quella descritta dal mio caro papà, quella Napoli ancora tanto simile a quella degli anni '30 nella quale originariamente è collocato il dramma del film che vi ho citato .
Provate ad entrare in questa casa miserabile, tanto simile a quella di mio nonno(così come mi racconta Bruno mio padre) col gelo che rattrappiva le mani e condensava l'alito anche in casa per la mancanza di riscaldamento e con la puzza della colla di pesce sotto il naso per incollare i pezzi del presepe.
Ascoltare le novene delle zampogne e avvertire l'agitazione dei preparativi per la festa. E, soprattutto, sentirete parlare il napoletano quello zuccheroso, suadente di quel periodo e ve ne rallegrerete come capita a me quando riscopro parole in disuso tipo : "Calimma".
Questa parola permettetemi l ho insegnata io a vari amici qui al nord , ma l ho copiata dal grande Maestro Eduardo
Mi viene subito il racconto di mio padre il quale rievoca quello che in me già é una scena vissuta e cioè di quando la signora ormai morta vicina di casa di mio nonno buonanima, si affacciava alla finestra e rivolgendosi a mia nonna le diceva :
"Cummare', stanotte ha fatto talmente friddo ca nun 'ncarravo a piglià calimma!"
Proprio come dice Lucariello a Concetta.
(nella foto "Il natale in casa Cupiello" nella riduzione televisiva del '62 con Carlo Lima, Eduardo e Pietro Carloni)
Così la scena vissuta da mio padre puntualmente durante questo periodo diventa la mia
Fonte Aurora663
Edited by Cirowalkers1 - 4/12/2022, 12:13