Era evidente già in campagna elettorale che, una volta nominata Presidente del Consiglio, Meloni si sarebbe trovata di fronte al “dilemma del sovranista prigioniero al governo”: provare a realizzare tutte le scemenze urlate in piazza e nei talk show in questi anni e quindi far fallire il paese oppure metterle da parte, governare come una persona seria e gestire l’inesorabile fallimento del fresco matrimonio con gli elettori. La Giorgina sta ancora provando una strada alternativa fatta da una parte di slogan («la pacchia è finita»), di minuzie (no ai rave, uso del pos, limite contanti) e di messaggi in codice per il proprio elettorato (richiami nostalgici al Msi, reintegro dei medici no vax) e dall’altra di una certa compostezza amministrativa e istituzionale sulle questioni fondamentali come la legge di bilancio, la continuità con Draghi e il rapporto con l’Europa e con la Nato ed il quasi fallimento sulla presentazione dei progetti PNRR. Ma lei, autocelebrandosi, si dichiara soddisfatta, sentitela qui: