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. Ho sognato – 6 – Epicedio a Pino
Ieri abbiamo seppellito Pino, quel mio cognato col quale (ricordate) sposammo in “doppia coppia”, impalmando contemporaneamente due sorelle… giusto 60 anni fa.
Assolutamente nulla di straordinario da raccontare su un onesto lavoratore che muore a 85 anni del male che lo ha afflitto negli ultimi tempi, nel suo letto, e soffrendo un po’.
Infatti ieri, alla Messa Funebre (occasione per incontrarci anche con altri parenti appartenenti a “giri sociali” diversi dal mio) non avevo intenzione di dire nulla, e nulla mi ero preparato.
Ma al momento, durante la funzione ho avuto l’impulso di intervenire anch’io, ed ho detto quello che attimo per attimo mi dettava il cuore, vivendo come in sogno.
Ecco il perché di questo scritto, trascrizione ad sensum di quel che mi ricordo del mio dire:
«Non pensavo di voler dire nulla oggi, e nulla mi son preparato, ma questa chiesa sconosciuta, questa Messa particolare, mi spinge a dire una parola, una sola…
Non a voi, che o non vi conosco o a stento vi ricordo, ma a lui, a Pino, che ora se ne sta zitto zitto chiuso in quella cassa di legno scuro; lui lo conosco da tanto, l’ho frequentato sempre, era un po’ che non lo vedevo e che quaggiù non lo vedrò più.
Per voi, solo la premessa, o la giustificazione, per quell’unica parola,
Ho conosciuto Pino la stessa notte in cui conobbi mia moglie, alla grande soirée del prestigioso Circolo, a piazza del Plebiscito. F proprio lui a presentarmela, ed in un certo senso ad impormela… o forse intendeva imporre me a lei… non me la sentirei di affermarlo, senza che lui possa controbattere…
Ma di certo fu lui ad imporre il matrimonio, ed a scegliere il giorno. Aveva un personale interesse: era stato trasferito in un’altra città, ed allora non usava portarsi dietro la fidanzata: o era moglie, o restava a casa di mamma. E mamma pretendeva che la figlia piccola non sposasse se non sposava prima la grande.
Io non ero pronto per il matrimonio (forse manco per il fidanzamento “serio”) ma lui non se ne curò: “Ti ci abituerai” pontificò… e naturalmente si fece come diceva lui.
Questo accadeva esattamente sessant’anni fa, e certo non vi racconterò tutto il resto, ma l’andazzo della solfa l’avete capita facilmente…
Quando andai in pensione decisi di trasferirmi in Umbria, ma Pino suggerì: “Umbria o Marche è quasi uguale… andiamo verso la vecchiaia, e l’abitare vicino per darci aiuto reciproco, al bisogno, ci potrebbe tornar utile, in futuro…”
Il ragionamento filava…e naturalmente si fece come disse lui. Devo ammettere che fu facile, stavolta, perché io ero già malandato in salute e lui saldo come una roccia.
Ma naturalmente m’ha fregato anche stavolta!
Infatti ora tocca a me seppellire lui e non a lui prendere in braccio la mia famiglia…
Ma non voglio accusare nessuno. Con la Morte non si scherza, e non la gestiamo noi…
Ed infine mi sa che alla fine fregherò io lui. Avete sentito nell’omelia di oggi del nostro Sacerdote? ha citato Gesù e le note parole “Io vado avanti a preparare un posto per voi, nella casa del Padre”.
Padre di tutti noi, lo sappiamo, e Pino è andato avanti: ad imitazione del Cristo tocca a lui, ora, adoperarsi per prepararci un posto: e sono certo che sarà adeguato: Pino non è persona da beccarsi facili critiche.
Ed ecco la parola, quella sola, che voglio rivolgere a Pino, oggi. Ora potete capire anche perché la dico:
“”Hai fatto sempre a testa tua, per te e per me, ma i risultati sono stati buoni, lo riconosco volentieri, e te ne riconosco il merito. Non ho altro da dirti che grazie di tutto, Pino!”
Buon viaggio, cognato, ci ritroveremo presto, lassù
Lucio Musto 18 maggio 2023
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