|
|
| Alla luce di quanto accaduto nei giorni scorsi dove un uomo ha tolto la vita ad una giovane di 29 anni incinta al 7 mese di gravidanza emerge che spesso buone e belle ragazze con squallidi soggetti affianco sopportano infedeltà. Doppiezza. Bugie. Gravidanze sparse. Comportamenti tossici. Poi la verità viene a galla e il soggetto patologico non accetta che sia stata scoperta la pessima realtà. E allora bisogna spegnere la luce puntata addosso, la fonte della vergogna insopportabile. Bisogna uccidere la persona tradita e ingannata, con un bambino, il loro bambino, in grembo. I soggetti come Alessandro Impagnatiello, incapaci di amare e di rispettare, provano un particolare tipo di rabbia quando vengono messi a nudo: la rabbia fredda. Una rabbia diversa da quella delle persone equilibrate, legata all’elaborazione della vergogna profonda. Non sono in grado di tollerarla, e perciò prima provano a mistificare per provare a uscirne bene; se non possono, arrivano a compiere atti violenti nei confronti di chi gli fa provare quel sentimento così paralizzante. Magari arriverà la richiesta della perizia psichiatrica del suo difensore, classico tentativo per salvare chi si è condannato da sé. Ma che Impagnatiello sia capace di intendere e di volere il male altrui non ha bisogno di accertamento clinico.
|
| |