Le stronzate di Pulcinella

consigli e trucchi sui pesci piu' difficile da pescare

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view post Posted on 25/12/2023, 14:18
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Pulcinella291 Forum

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Sulla base della mia modestissima esperienza di pescatore da diletto, ma anche confrontandomi, in questi lunghi anni, con altri appassionati, è risultato che ci sono alcuni pesci di difficile cattura , ma nel contempo il confronto è servito anche per scambiarci consigli e qualche trucco, chiaramente qui si parla di pesci marini.
Vediamo:

La ricciola



Si concorda che è un pesce alquanto diffidente e talvolta al minimo rumore del motore della imbarcazione tende ad allontanarsi., per cui sarebbe quanto meno opportuno spegnere o adescarle lontano da esso. Ricordiamoci pure che è un pesce molto combattivo.
Diciamo che vive prevalentemente nelle scogliere, in affioramenti rocciosi, nei relitti e in altre strutture sottomarine. Di solito, le ricciole più grandi si uniscono in piccoli gruppi.
Possono essere individuate intorno a strutture in prossimità del fondale marino, più o meno alla profondità che va da 18 a 70 metri. Invece, la ricciola più piccola può essere individuata tra i 55 e i 180 metri di profondità.
Siccome è un pesce piuttosto pesante, l’attrezzatura convenzionale può andar bene, ma è consigliabile utilizzare quella da spinning abbastanza robusta. Utilizzare un mulinello capace di resistere a 45 kg di peso e una canna con il dorso robusto.
La pesca a traina: è molto usata e sono in molti a consigliarla.
La pesca alle ricciole con questa tecnica deve essere impostata sul lato pesante della barca in quanto il pesce tenterà di sfregare la lenza contro scogli appuntiti in modo da romperla. La frizione deve essere molto pesante per catturarne una di buone dimensioni.
Per quanto riguarda le esche sono consigliabili calamari, pesciolini e granchi.


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Orata



E' un pesce diffidente, sfuggente, molto forte e combattivo caratteristiche che rendono difficile, e quindi particolarmente gratificante, la sua cattura.
Prima di illustrare nel dettaglio quali sono le migliori tecniche per pescare le orate, è opportuno conoscere in maniera più approfondita le abitudini di questo pesce. La Sparus aurata è presente lungo le coste del Mediterraneo, si muove prevalentemente in solitaria, talvolta in piccoli branchi. Predilige fondali sabbiosi, dove ricerca il cibo grufolando con il muso, ma non disdegna i fondali misti e le foci, dove si muove alla ricerca prevalentemente di crostacei e piccoli molluschi bivalvi.

La stagione migliore per pescare l’orata va dalla fine della primavera all’inizio dell’autunno: in questo periodo, infatti, le acque sono più calde e questa specie è solita avvicinarsi sottocosta in una fascia di litorale compresa tra i 5 e i 150 metri dalla riva.
Chi vuole provare a pescare le orate ha a disposizione differenti tecniche, occorre però tenere in considerazione un aspetto fondamentale: questo sparide ha una dentatura estremamente robusta che utilizza per frantumare i gusci dei crostacei e dei mitili, occorre quindi utilizzare ami robusti e ben nascosti nell’esca.

Inoltre, la sua mangiata è peculiare e può trarre in inganno poiché a differenza di altri voraci predatori, si avvicina al suo obiettivo con alcune timide toccate prima di sferrare l’attacco decisivo, quindi occorre fare attenzione alla ferrata che deve essere secca e decisa .
Le esche migliori per pescare le orate sono granchi, sarde, cannolicchi, vermi coreano, americano e bibi. Particolarmente efficace è poi la cozza locale, che viene utilizzata anche per creare una pastura e provare ad attrarre nel proprio spot di pesca questa specie.
È comunque importante avere con sé differenti esche, in modo da poter capire quali di cosa si nutre il pesce in quello specifico tratto di mare e provare ad insidiarlo facendo leva sulle sue abitudini.
Queste esche vanno bene sia per il bolentino che per la pesca dalla spiaggia.

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E siamo arrivati a quello che, forse, è il pesce piu' furbo e diccile da catturare:
il cefalo.
È una pesca di precisione, che richiede un approccio metodico sia a livello di attrezzature, sia di esche e di montature. È tra le pesche più raffinate che esistano: si impiegano canne e mulinelli leggeri, lenze capillari, ami di piccola dimensione ed esche delicate.
a sua pesca si svolge principalmente all’interno dei porti e dalla scogliera, in zone con acque placide e non particolarmente veloci. Vive sia sul fondo, sia in superficie. La specie che frequenta la superficie è detta “cefalo schiumarolo” o “cefalo gargia d’oro”, mentre la specie che si trova spesso in profondità è chiamata “cefalo calamita” o “cefalo bosega”. Hanno una dieta molto varia ma si cibano principalmente di scarti di pesce, erba, materiale organico, invertebrati.
La pesca al cefalo si svolge con tre attrezzi: canna fissa, canna bolognese e canna all’inglese in tre pezzi. Parleremo delle prime due perché sono le più utilizzate, anzi le più praticate. Per pescare il cefalo occorre dotarsi di una lunga canna fissa come una 7, una 8 o una 9 metri. Oppure, se siete amanti di canna e mulinello, potete acquistare una bolognese di 6 o 7 metri (misure particolarmente versatili) a cui abbinare un mulinello taglia 2.500/3.000 al massimo.
L’azione della canna deve essere morbida, al massimo medio-rigida. Ciò è rilevante sia per garantire il massimo divertimento in fase di recupero, sia perché bisognerà lanciare lenze poco pesanti, che non supereranno i due grammi di peso. Esistono due montature principali per la pesca ai muggini: spallinata o torpille. La spallinata è composta da una corona di 8/10 pallini da 1 a 2 grammi in totale, disposta in massimo 20 centimetri di lenza, a cui seguirà la girella e un doppio terminale a forcella di 50/60 centimetri circa.
Il cefalo non è un pesce solitario, anzi ama vivere in gruppo. Pasturare è fondamentale per richiamare i folti branchi di cefali che vanno alla ricerca di cibo. Un buon quantitativo di pastura, utile per una sessione di pesca di tre o quattro ore, è composto da:

1 kg di pastura da cefalo, possibilmente bianca e a grana fine e al gusto formaggio;
250 grammi di pane grattugiato;
Un tappo di attrattore per pasture da mare.
Potremmo aggiungerci un pizzico sarde macinate o dell’olio di sarda per completare il tutto. Le esche più adatte, invece, sono:

pan bauletto;
pan carrè;
pane genovese a fiocco;
mollica di pane;
filetto di sarda;
pastella pronta al formaggio.
La pesca al cefalo si svolge quasi sempre sul fondo. In porto o dalla scogliera, il cefalo ha l’abitudine di popolare gli strati più bassi del mare. Dopo aver sondato a dovere, lanceremo delle palle di pastura, innescheremo il pan carrè o la pastella e inizieremo a pescare. L’abboccata del pesce è molto particolare: il galleggiante può affondare repentinamente, oppure può “spiombare” ossia disporsi parallelamente alla superficie dell’acqua. Il cefalo tintilla spesso l’amo, sia perché è un avversario sospettoso, sia perché non ha un apparato dentale molto forte; non è raro che succhi l’esca e poi la sputa una volta fiutato l'inganno dell'amo.
Scomparso il galleggiante sotto la superficie dell'acqua, effettueremo una ferrata e cominceremo a combattere con sua maestà il muggine! Tenterà di divincolarsi, di nascondersi negli ostacoli sommersi, oppure guizzerà fuori dall’acqua regalando uno spettacolo fatto di tuffi e capriole.
La canna, bolognese o fissa, si piegherà all’inverosimile, e contribuirà a stancare il pesce. Quando avrà smesso di sfogare tutta la sua rabbia, il cefalo si lascerà andare nel guadino. Toccherà a noi slamarlo e rilasciarlo, per contribuire a salvaguardare il mare e ringraziare la preda per averci donato un po’ di divertimento, lontano dalla routine quotidiana.
 
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